Molte persone sono attratte dalla fotografia grazie alla sua capacità di comunicare idee, emozioni e pensieri. Contrariamente alla comunicazione verbale e scritta, che dipendono inevitabilmente dalla lingua, la fotografia così come la danza non necessitano di alcun tipo di traduzione. Entrambe riescono a comunicare e a trasmettere, a prescindere dalla provenienza di ognuno di noi. Proverò a fissare alcuni punti di riferimento di queste due arti, fotografia e danza, al fine di realizzare delle foto che possano unire il meglio di queste due discipline.


Comincio con il premettere che la fotografia di danza richiede tantissima pratica e conoscenza delle attrezzature, e non tanto per la qualità dell’immagine che si vuole catturare, quanto soprattutto per il riuscire a comunicare, con un’immagine statica, qualcosa che viene espresso tramite il movimento.

La foto di un balletto deve raccontare il balletto stesso, perché la danza è movimento e la si deve lasciare intendere attraverso lo scatto. I balletti vengono spesso realizzati in teatri o in ambienti dove l’illuminazione non è propriamente elevata e spesso si lavora nella semioscurità, per cui avere una macchina fotografica in grado di lavorare ad alti ISO senza produrre troppo rumore è un grosso vantaggio.

Fotografare il movimento non è una cosa semplice e nel balletto le cose si complicano ulteriormente, soprattutto se non abbiamo una sensibilità musicale molto sviluppata. E’ fondamentale capire come “funziona” un balletto, percepirne il ritmo e il tempo: essere in grado di fotografare il momento in cui un ballerino spicca un salto, per esempio, permette di fornire alla nostra fotografia una sensazione di movimento che verrebbe a mancare se facessimo la foto un istante prima o poco dopo l’atterraggio.

Una tecnica di scatto molto interessante consiste nel generare una sensazione di movimento nell’osservatore, integrando nello stesso scatto più soggetti. Se si fotografano due ballerini che, per esempio, hanno i corpi protesi l’uno verso l’altro, renderemo l’idea dell’imminente contatto nella mente dell’osservatore che “immagina” il movimento.


Molte forme di danza si basano su diverse pose che durano brevi istanti. Per congelare un’azione di un istante particolare, occorre settare una velocità di scatto molto elevata dell’otturatore: ci troveremo in uno dei rari casi fotografici in cui è sicuramente molto più produttivo sottoesporre a vantaggio del congelamento dell’immagine.


Per poter fotografare delle pose particolari, specie se in volo, cerchiamo di fare nostro il ritmo della musica e memorizzare i movimenti dei ballerini che in quasi tutte le coreografie si ripetono più volte. Potremo fallire il primo salto, ma se abbiamo un buon orecchio, riusciremo a catturare i voli successivi nel momento giusto.

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